Adeguamento tassa di conservazione Albo degli Avvocati

Il 4 Dicembre 2023, presso la Sala delle Adunanze del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bari, si è tenuta la Assemblea degli iscritti avente ad oggetto la comunicazione, da parte del Consiglio dell’Ordine, della necessità di provvedere all’adeguamento della tassa di conservazione all’Albo, ferma al 2007.

Nell’aula che ha visto la presenza di quasi tutto il Consiglio dell’Ordine, intorno al tavolo della Presidenza, il Presidente, Salvatore D’Aluiso, esponendo le ragioni che hanno spinto il Consiglio a decidere in ordine ad un adeguamento al rialzo della prefata tassa, ha fatto riferimento alla circostanza che questa – come detto, ferma (nella sua entità) al 2007 – nel corso degli anni, non è stata adeguata all’indice ISTAT. Tale indice – è stato sottolineato – dal 2007 ad oggi, è aumentato del 36%.

Lo stesso Presidente ha altresì dichiarato (dati alla mano) che sull’adeguamento (rectius, sull’aumento) della tassa di conservazione incide anche la previsione di un aumento delle spese fisse (leggi gli stipendi, gli adeguamenti e gli accantonamenti del TFR dei dipendenti i quali, comunque, sono sotto organico di 2 unità). A queste spese fisse si devono aggiungere le spese per i collaboratori esterni dell’Ordine cui lo stesso D’Aluiso ha rivolto un ringraziamento per aver scelto di decurtarsi il compenso per le attività cui gli stessi sono chiamati, in favore dell’Ordine e degli Avvocati.

Terza (ma non per questo, meno importante) circostanza che ha portato il Consiglio a rivedere la tassa di conservazione dal 2024, è l’aumento delle quote richieste dal CNF per ogni iscritto, come deliberate dal Consiglio Nazionale Forense, il 30 Ottobre 2023. Infatti, il citato CNF ha stabilito che – per ogni cassazionista iscritto agli Albi territoriali – questi dovranno versare 65 euro, mentre per gli Avvocati ordinari, gli Ordini dovranno versare 32 euro: un aumento di non poco conto, se si considera che, fino a tutto il 2023, per i cassazionisti la quota da versare era di 51,65 euro, mentre per gli Avvocati ordinari tale quota era fissata in 25,32 euro. Tali somme erano e comunque sono dovute da ogni Ordine territoriale, a meno che non si provi che il tentativo di recupero delle morosità sia stato infruttuoso e, comunque, previa sospensione amministrativa dell’iscritto moroso.

Proprio su questo punto, il Presidente si è soffermato affermando che, per ciò che concerne il recupero delle morosità, il Consiglio ha puntato sulla fermezza quale rispetto nei confronti di coloro i quali hanno sempre rispettato le scadenze e gli incombenti su di loro gravanti, pur comprendendo la difficoltà del momento attuale caratterizzato da grave incertezza economica.

Circa la riduzione delle spese, la Tesoriera Roberta De Siati e il Presidente stesso, rispondendo a quanti chiedevano di rivedere l’adeguamento della tassa, hanno fatto presente che – ad oggi – i contributi alle Associazioni (per alcuni, nota dolente) non ci sono stati.

Infine, il Presidente ha sottolineato la difficoltà personale sua e dei Consiglieri che si sono spesi per recuperare la morosità pregressa, a dover richiedere ai colleghi inadempienti, il pagamento di quanto da loro dovuto, dovendo addirittura arrivare alla extrema ratio della sospensione amministrativa, prevista dalla Legge Professionale, ai fini della garanzia e della tutela del buon nome della Avvocatura.

Sono stati portati alla attenzione della Assemblea, i dati relativi ai Fori numericamente vicini a Bari, circa l’entità della tassa, come calcolati prima della delibera del CNF, giusto per mostrare come l’aumento deciso sia un vero e proprio adeguamento alla media dei predetti Fori. In attesa di conoscere come i menzionati Ordini territoriali decideranno di rivedere la tassa suddetta.

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