Chi si ferma è perduto (o forse no)

<“Non mi fermo né al primo, né al secondo, né al terzo ostacolo, perché… come dice quell’antico detto della provincia di Chiavari? “Chi si ferma è perduto!> (Ragionier Guardalavecchia)

Eh si, per cambiare il mondo, ci vuole dedizione, ci vuole tempo, ci vuole volontà, ci vogliono tante cose. Ed allora perché impegnarsi a fondo per cambiare le cose? Perché perdere tempo a far capire i concetti alle persone, soprattutto quando questi – nascondendosi dietro il classico che me ne fregammè – ti dicono che mondo è stato, mondo è e mondo resterà? Perché esporsi al pubblico ludibrio per poi sentirsi dire armiamoci e … partite?

E poi perché ammazzarsi di lavoro per comprendere (prima di far comprendere) che la vita è altro e che, forse, impegnandosi (ognuno per la sua parte) forse si potrebbe riuscire a cambiare qualcosa? E perché cercare di disarcionare dei somari che evidentemente trovano più semplice rimanere tali e non vogliono modificare il proprio status?

Per me e per Pinocchio la risposta è chiara: non ne vale la pena! In fondo è molto più semplice ululare alla luna piena che comprendere il motivo di tale ululato. Poi se finiremo i nostri giorni ad arare i campi ed in un pozzo secco, poco male. L’importante sarà aver fumato sigari e bevuto whiskey. E soprattutto aver gridato conto il destino cinico e baro che ci ha riservati una fine molto brutta.

O forse sarebbe stato meglio seguire il motto del Rag. Guardalavecchia …

Studere, studere, post mortem quid valere …

            Lucignolo

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