Chi sopravviverà?

Buongiorno a tutti.
Io parto da presupposti diversi. Da sempre, le masse si dominano con la paura e l’ignoranza. L’uomo è nato schiavo e tale deve restare fino alla sua estinzione. Le catene sono state sostituite dai debiti che siamo indotti a contrarre in nome del consumismo (come diceva Il Cile, crepi per consumare e consumi crepando). Creando il Covid19 in laboratorio, hanno preso più piccioni con una fava: paura del contagio, ignoranza indotta attraverso informazioni contrastanti, strumentali e fuorvianti, disastro economico con incertezza del futuro ai massimi livelli. Ora ci stanno imbavagliando con le mascherine, ci dicono cosa dobbiamo fare persino in casa nostra, riducendo i contatti sociali (divide et impera) o spersonalizzandoli con la telematica. Inoltre, hanno salvaguardato l’ambiente con le cattive, visto che, con le buone, non lo abbiamo capito. Le tensioni sociali sono solo la prevedibile (e prevista) conseguenza ed è fondamentale per fiaccarci e portarci tutti al vero obiettivo: barattare il vaccino (che ovviamente, già esiste ed è stato riservato a pochi eletti) e la ripresa economica (con conseguente replica dei nostri sistemi di vita, indotti) con il controllo totale sulle nostre esistenze. Vi abbraccio tutti.
E, come schiavi, veniamo imbavagliati con le mascherine, che apparentemente servono a proteggerci dalle malattie polmonari in questione, mentre, in realtà, servono a dissuaderci sempre più dall’esprimerci dando il colpo di grazia alle residue smanie di relazionarci.

Perchè, signore e signori, facciamocene una ragione: questa, è selezione naturale in piena regola! E, come disse Einstein, sopravviverà chi si sa adattare ai cambiamenti. Chi è più attrezzato. In che senso? Chi ha imparato a star bene anche da solo senza assembrarsi per senso di appartenenza ad un gruppo, perché appartiene solo a sé stesso. Chi non ha paura di lasciare il giusto spazio ai propri pensieri, chi ha tanti di quegli interessi da non avere nemmeno il tempo di annoiarsi. Chi sa fare a meno di seguire i cliché (vedi aperitivo a tutti i costi), di accontentarsi di una finta compagnia (tavolate con tutti chini sul telefonino). Chi non ha bisogno di confusione e rumore intorno a sé per sentirsi vivo. Chi è troppo impegnato nel proprio percorso interiore per interessarsi al gossip, alle critiche, alle sterili polemiche. Il tutto senza diventare asociale ma dando a tutto e tutti il giusto spazio ed il giusto peso. E tutto con autoironia, senza diventare ombroso e distaccato. Agendo ed Interagendo sempre. Ecco chi sopravviverà. Chi è più forte in questo senso. Perché tutto questo, è vera forza. Quella interiore.

Massimo Giangregorio

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