Tuppe – tuppe mariscià…

Tupe – tuppe mariscià

E ‘na legge nun ce sta?
Pruvvedite mariscià.

Sono i versi di una canzone umoristica del 1958 scritta da Ettore de Mura famoso poeta e paroliere napoletano ormai entrati nella storia.

Il testo racconta delle vicende di Carmelina, o meglio, dell’accorato invito rivolto al Maresciallo del paese di assumere le opportune iniziative nei confronti della bella Carmilina rea di aver fatto invaghire gli uomini.

Qui, il paroliere, in maniera assolutamente sopraffina ed in linea con la migliore tradizione umoristica partenopea, incalza il simpatico militare

Pe capriccio e no p’ammore,
cu ‘nu vaso ‘e fuoco ardente,
avvelena a tanta gente.
Nun ‘e fà cchiù ragggiunà.
E ‘na legge nun ce sta?
Pruvvedite mariscià.

Abbiamo giocato con la memoria ed idealmente abbiamo rivisto le immagini dei film  appartenenti alla tetralogia “Pane e amore” sebbene l’espressione sia divenuta un vero e proprio modo di dire ogniqualvolta ci si interroga sul valore delle leggi.

Ma cosa accade quando la regola c’è ed è chiara e nonostante tutto il buon Maresciallo tergiversa nella vana speranza che la questione venga risolta per il solo scorrere del tempo ?

Nulla, non accade nulla

Dimenticavo, a Voi falsi ed ipocriti moralisti dell’ultima ora dedico un pensiero di Thomas Hardy (divenuto famoso più che per la produzione letteraria per la tumulazione all’interno del Poets’ Corner dell’Abbazia di Westminster a fianco di Charles Dickens)

“Molti furono i casi in cui la giustizia poté trionfare soltanto facendosi beffe delle leggi”

democraticamente Vostro

Marchese di Carabas

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