“Cavalcare l’onda”

La cronaca degli ultimi 10 giorni ha purtroppo raccontato storie di donne (le ennesime) vittime di violenza da parte di uomini, quegli stessi uomini con i quali si era scelto di condividere un cammino di vita insieme e che in alcuni casi si era scelti come padre dei propri figli.

Ad un certo punto e per le ragioni più svariate – perché si rammenta che è un diritto di chiunque poter porre fine ad una relazione – questo percorso di vita una volta insieme si interrompe per prendere un’altra direzione.

Tutte queste donne tuttavia non potranno sapere cosa avrebbe riservato loro il futuro, perché degli uomini hanno deciso di togliere la vita a quelle donne che dicevano e dicono di amare pur non avendo il diritto di togliere loro la vita!

Ed ecco come da una tragedia – a volte denunciata ma rimasta inascoltata o a volte taciuta – i mass media colgono l’occasione per cavalcare l’onda e per mandare in onda speciali di telegiornali, film sul tema, dibattiti televisivi e chi più ne ha più ne metta e c’è chi addirittura decide – guarda caso – di trattare il tema assai delicato della violenza domestica sia maschile che femminile all’interno di una striscia quotidiana che va in onda dal lunedì al venerdì.

Ed infatti allo “sportello di forum” è andata in onda la messa in scena (di questo si tratta perché i protagonisti sono degli attori) di “cause” in un luogo che ci si ostina a chiamare “TRIBUNALE” ma che tale non è e in cui si dibatte di questioni magari anche “interessanti” ma che danno agio agli “ospiti” e alla presentatrice di parlare pur sapendo che poi sui social tutto potrebbe essere benissimo strumentalizzato e soprattutto non contestualizzato.

Ed è esattamente ciò che è accaduto la scorsa settimana durante il programma “lo sportello di forum” in cui, a seguito di alcune dichiarazioni fatte dalla presentatrice, la giornalista Barbara Palombelli, si è scatenata una vera e propria rivolta sui social.

Sì, perché il tema del femminicidio è forte ed è doloroso specie quando a pronunciare certe frasi è una donna ed una giornalista come Barbara Palombelli le cui dichiarazioni hanno causato molte reazioni e che qui si riportano “(…) parliamo della rabbia tra marito e moglie. Come sapete negli ultimi sette giorni ci sono stati sette delitti, sette donne uccise, presumibilmente da sette uomini. A volte però è lecito anche domandarsi: questi uomini erano completamente fuori di testa, completamente obnubilati oppure c’è stato anche un comportamento esasperante, aggressivo anche dall’altra parte? (…) E’ una domanda, dobbiamo farcela per forza, perché dobbiamo in questa sede soprattutto, in un tribunale, esaminare tutte le ipotesi“.

Prima di tutto non si è a Forum dinanzi ad un Tribunale, quello è un mero salotto con tante sedute in cui si pensa di poter fare “le cause” per poter poi poter andare dagli avvocati e dire loro: “a Forum però hanno detto cosi”.

A parte ciò, nel merito della questione non si può negare che le parole pronunciate da Barbara Palombelli siano inaccettabili. Ventilare, infatti, l’idea che una vittima di femminicidio abbia esasperato a tal punto un uomo da trasformarlo in assassino è grave e pericoloso e il rischio concreto è che possa passare un messaggio radicalmente sbagliato come di fatto è passato!

Non esiste alcuna ragione che possa anche lontanamente giustificare la violenza di genere ed è un principio su cui non si possono ammettere eccezioni.

A poco valgono le scuse – ovviamente dovute – espresse dalla giornalista, la quale – certamente le crediamo – sarebbe stata fraintesa e le sue frasi sarebbero state decontestualizzate ovvero estrapolate da una riflessione più ampia per cui non si è colto il vero senso delle parole.

Una giornalista dovrebbe saper – e dovrebbe saperlo fare molto bene – pesare le parole che utilizza, ma soprattutto sorprende come una giornalista non sappia che sui social volutamente vengono estratte delle frasi da una riflessione più articolata ed ampia per poter montare delle polemiche ad hoc contro qualcuno o qualcosa.

Stupisce, dunque, come la giornalista in questione – avrebbe potuto essere chiunque altro – si sia lasciata travolgere da queste dinamiche quasi a volerci far credere che non si sarebbe aspettata che frasi del genere – a prescindere dal senso – avrebbero sollevato un polverone e avrebbero ingenerato le polemiche che ne sono susseguite.

Evidentemente la estrema attualità del tema, il desiderio di fare share televisivo (indice di gradimento del programma) o ancora la scelta di trattare quel tema proprio in quella settimana o ancora, il desiderio che possano essere visitati i propri profili social e che si parli di sé è più grande e più forte di qualunque altra cosa per cui si deve passare anche ed attraverso queste cadute di stile.

E queste cadute di stile non devono rimanere nell’alveo di pochi, ma vanno denunciate perché si deve sapere che c’è un limite a tutto e che non si accetteranno mai compromessi di alcun tipo per “giustificare certi comportamenti” che non hanno alcuna giustificazione.

Chi scrive è certa che la Palombelli non volesse dire ciò che ha detto, tuttavia l’averlo detto in quel modo ha determinato le conseguenza di cui da giorni si parla e, dunque, basta con i meri proclami, con i dibattiti sterili, con le comparsate televisive di persone che hanno fatto della lotta alla violenza sulle donne solo un baluardo per costruirsi un personaggio.

Il cambiamento passa dalla cultura della legalità, dai modelli che abbiamo ricevuto in famiglia, passa dai modelli educativi all’interno della scuola e da chi davvero mette in ogni giorno in campo il proprio impegno, la propria esperienza e la propria professionalità per aiutare le vittime di violenza ed impedire che questi fatti si ripetano.

Diciamo grazie a chi fa tutto ciò ogni giorno e lo fa nel più totale silenzio, spirito di servizio e senza troppi proclami o sponsorizzazioni andando ben oltre gli interessi personali oltre che economici che purtroppo ruotano intorno alle tante realtà esistenti nella nostra società.

Noi ci siamo!

Eugenia Acquafredda

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