Il vaccino con selfie. Pubblicità progresso o stupido edonismo?

A molti di noi sarà capitato di vedere sui social media i selfie di moltissime persone durante la somministrazione della prima dose del vaccino per Covid-19.

Il tutto è partito – all’inizio della campagna vaccinale – dalla iniziativa degli operatori sanitari e del personale medico di farsi un selfie durante la somministrazione della prima dose per dare un senso di speranza e per invitare la gente a vaccinarsi.

Ovviamente una parte dell’opinione pubblica (gente comune) non solo ha elogiato la scelta di tali soggetti di scattarsi un selfie come messaggio di speranza e di sicurezza stante le perplessità sulla efficacia del vaccino stesso, ma ha preso alla lettera l’iniziativa dei sanitari, inondando praticamente i social con i propri selfie.

Chi scrive, ironicamente, si chiede: il vaccino per Covid-19 è più efficace se ci si fa un selfie?

Ma andiamo, per ordine.

In Italia la campagna di vaccinazione contro Covid-19 sta proseguendo con una certa celerità e, ormai, buona parte della popolazione che ha scelto liberamente di vaccinarsi ha ricevuto almeno la prima dose del vaccino.

Chi ha ritenuto di farsi un selfie al momento della somministrazione della prima dose, ci farà forse mancare il selfie della seconda? Ovviamente no, dato che da quel momento in poi saremo davvero totalmente vaccinati e dovremo farlo necessariamente sapere al mondo intero!

Ma scattarsi un selfie durante la vaccinazione è una buona idea?

Come esseri umani, siamo programmati per rispondere alle immagini visive che catturano la nostra attenzione e restano certamente nella nostra memoria in modo molto più vivido del solo testo.

Aver visto, infatti, le fotografie degli operatori sanitari a febbraio scorso che sorridevano alla fotocamera dopo aver fatto il vaccino per Covid-19 ci ha offerto e ci offre certamente una realtà nuova e diversa che si contrapponeva e si contrappone alle statistiche e ai numeri preoccupanti della pandemia avuti fino al mese scorso.

Viste, dunque, nel loro insieme queste immagini dei sanitari che si vaccinavano, esse potrebbero aver colpito il pubblico incentivando l’adesione alla vaccinazione, in quanto, in quel momento i sanitari hanno voluto condividere un messaggio formidabile: credere fortemente in ciò che si stava facendo, credere nella efficacia del vaccino e portare un po’ di luce in fondo al tunnel.

Non a caso la fotografia delle vaccinazioni ha una lunga storia negli sforzi di promozione della salute pubblica. E’ accaduto per la poliomelite, per la parotite o per il vaiolo.

In tutti questi casi, le fotografie, infatti, si sono rivelate essere strumenti persuasivi per superare lo scetticismo nei confronti dei vaccini, ma contano anche le parole che accompagnano le immagini e questo vale ancora di più quando si pubblica una fotografia su un tema controverso come quello delle vaccinazioni.

Innanzitutto, per un operatore sanitario è fondamentale entrare in contatto con tutti i cittadini, compresi quelli molto scettici nei confronti di un vaccino. Affinché una campagna di vaccinazione sia efficace, infatti, è necessario essere aperti ad avere conversazioni con persone che non sono d’accordo con la nostra prospettiva.

Tuttavia se a farsi un selfie è un sanitario o un personaggio pubblico “affidabile e serio” certamente questi potrebbero contribuire a promuovere la fiducia nel vaccino e a persuadere la popolazione magari scettica a vaccinarsi.

Al contrario pubblicare tutti (anche gente che una tale influenza forse non la ha) un selfie durante la vaccinazione è passato dall’essere un modo semplice per persuadere gli esitanti a: sappiate che anche io, persona qualunque, ho ricevuto il vaccino!

Ormai siamo talmente abituati a documentare tutto quello che facciamo, da quello che mangiamo a colazione a quello che mettiamo per andare in palestra che è, quindi, naturale che la gente voglia postare anche il momento in cui riceve il vaccino.

Ma chi se ne frega che hai ricevuto il vaccino?

Se l’obiettivo della gente comune è quello di invogliare altri a vaccinarsi (motivo per cui i sanitari hanno dato vita a questa iniziativa) ben venga il selfie, ma se – come io credo – la vera ragione per cui ci si fa un selfie è perché tutti se lo fanno, allora – per cortesia – smettetela di ammorbarci con tutti questi selfie, soprattutto perché ci aspetta la “seconda ondata di selfie” per il richiamo del vaccino!

Noi ci siamo.

Eugenia Acquafredda

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