Tempo di bilanci

Puntuale come la zanzara in una sera d’estate giunge il bilancio del Grillo Parlante. Solo per chiarezza e molesto rigore, devo qui precisare che il nostro è un bilancio su tredici mesi, visto che il mio debutto avvenne nel novembre 2019.
Nel corso di questi mesi abbiamo sempre riferito con serena coscienza il nostro pensiero cercando di liberarlo da naturali sovrastrutture che ne avrebbero potuto condizionare la costruzione e la lettura.
Il Grillo non vende “solide realtà” non offre certezze, anzi, il suo obiettivo è quello di porre dei dubbi sollecitando la riflessione ed il confronto.
Ed a Voi Amici lettori va il profondo ringraziamento, oltre 218.000 contatti diretti realizzati dalla nostra pagina http://www.futuroforense.eu, molti altri con l’edizione cartacea.
Siete Voi la nostra forza e le Vostre riflessioni sono il naturale pungolo a proseguire nella nostra opera.
Formulata questa doverosa premessa, non fosse altro per rispondere alle sollecitazioni del nostro ego – altrettanto vanitoso al pari degli altri – sentiamo forte la necessità di tirare la linea e fare il nostro personale bilancio dell’anno che andrà a chiudersi.

Les jeux sont faits, rien ne va plus

Il primo pensiero va a chi non c’è più, a chi è andato via troppo presto – quasi a voler sindacare il momento giusto per andare via – poi inevitabilmente la mente corre a chi è venuto al mondo in questo 2020 strano ed insolito.
Annus horribilis quello appena trascorso contraddistinto dalla prima pandemia dell’era moderna, dalla crisi economica sempre più forte e da una profonda quanto imbarazzante crisi di valori.
Ed è proprio il crollo dei valori, lo scadimento morale e culturale che ha contraddistinto l’anno che sta per concludersi.

Il continuo ed incessante assalto alla diligenza, l’ossessionate e ridondante mantra “è mio diritto” questo al di sopra di tutto e tutti che nell’ambito della professione si è miseramente ridotto all’antico desiderio di non pagare né la tassa di conservazione né i contributi a Cassa forense qui attraverso patetiche e modeste argomentazioni.
Mi piace a tal proposito replicare alla pletora belante dei sostenitori del “è mio diritto” che ontologicamente precedente a detta petizione di principio c’è quella “è mio dovere” sicché prima di rivendicare e battere i pugni sul tavolo è necessario aver fatto il proprio dovere.
Significativo di tale condizione è anche quanto espresso dal Santo Padre in due distinti momenti, il primo in occasione della presentazione degli auguri natalizi ai dipendenti vaticani “Ma tutti insieme dobbiamo lavorare di più per aiutarci a risolvere questo
problema che non è facile, perché voi sapete: qui, sia nel Governatorato, sia nella Segreteria di Stato, non c’è Mandrake, non c’è la bacchetta magica e dobbiamo cercare le vie per risolvere questo e con buona volontà, tutti insieme, lo risolveremo. Aiutatemi in questo e io aiuto voi: tutti insieme ci aiutiamo ad andare avanti come una stessa famiglia. Grazie”; il secondo, in occasione della messa di Natale: “il tempo che abbiamo non serve a piangerci addosso, ma a consolare le lacrime di chi soffre”. Ed è su queste premesse che occorre costruire il nostro futuro in modo da rendere il 2021 anno mirabilis, anno di rinascita e consapevolezza.
Assunzione di responsabilità, coscienza consapevole dei propri doveri e rispetto verso gli altri, sono questi i principi che noi di Futuro@Forense desideriamo porre a base del nostro bilancio preventivo.
“Sono tempi cattivi, dicono gli uomini. Vivano bene ed i tempi saranno buoni. Noi siamo i tempi.” Sant’Agostino
Fidatevi,

io sono il Grillo

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