La corsa al “Cash Back”

La notizia che più circola in questi giorni durante i telegiornali – dopo ovviamente aver comunicato i dati relativi ai contagi, ai decessi e ai guariti da COVID 19 – è quella relativa al CASH BACK.

In Gran Bretagna una iniziativa di questo tipo è nota orami da tempo e l’Italia – che arriva sempre un attimo dopo degli altri – ha deciso di introdurla anche nel nostro sistema con la finalità tra le altre cose di evitare la circolazione del contante (che sarebbe un veicolo di trasmissione del Virus) e per favorire la tracciabilità dei pagamenti!

Certamente l’iniziativa è da accogliere favorevolmente se non altro perché si dovrebbe ottenere un rimborso (cash back appunto) del 10% di ciò che si è speso nel periodo di riferimento.

Tuttavia il meccanismo non è così automatico prima di tutto perché la APP IO è andata letteralmente in tilt (era assolutamente prevedibile perché “molti” come i caproni si sono precipitati a farlo senza informarsi di cosa occorresse per renderla operativa) ma soprattutto perché per accedervi era ed è necessario avere un profilo SPID.

“Apriti cielo, si è detto: “tutto questo fastidio per due soldi (il 10%) che ci devono restituire, la solita truffa tutta italiana per dissuaderci e per non darci i soldi. W l’Italia”.

Ed invece attivare il profilo SPID richiede solo pochi minuti e peraltro – a prescindere dal cash back – avere un profilo SPID è molto utile per poter accedere a numerosi sistemi e servizi tra cui la propria posizione INPS.

Ad ogni modo, superata la fase della attivazione, ormai la APP IO funziona regolarmente e, creato un proprio profilo, bisognerà caricare i dati relativi alle carte Bancomat, Carte di Credito e Carte di Debito (alias le prepagate) e, dopo aver inserito i numeri delle varie carte ed i rispettivi IBAN il gioco è fatto!!!!

Mi sorge tuttavia una domanda, quando si è trattato di scaricare la APP IMMUNI si è gridato allo scandalo: “ci vogliono spiare, ci controllano, violano la nostra privacy, è illegale chiedono i nostri dati sensibili”. In pochi la hanno infatti scaricata e non poteva essere diversamente dato che sono stati segnalati non pochi problemi anche lì.

Ora, invece, che si tratta di ricevere un rimborso (non prima di febbraio 2021 e, considerati i tempi biblici che si sono dovuti attendere per i Bonus COVID, giunti con molto ritardo per non parlare della Cassa Integrazione) c’è la corsa al CASH BACK come se i soldi arrivassero immediatamente subito dopo aver effettuato l’acquisto.

Ed invece, tale rimborso verrà riconosciuto non prima di un paio di mesi, periodo durante il quale dovremo e potremo spendere un massimo di € 1.500,00 (che per molti e soprattutto anche per chi scrive non sono così pochi) per ricevere il cash back da € 150,00 ovvero il 10%.

Altra domanda che mi sorge spontanea: a destra e a manca si piange miseria e, quindi, da dove si andranno a prendere i soldi da spendere?

Chi scrive usa da sempre mezzi di pagamento elettronici e, quindi, anche senza cash back ormai è abituata a pagare (anche per permetterne la tracciabilità) in questo modo e certamente un piccolo rimborso non potrà che fare piacere.

Tuttavia non farò spese inutili lusingata dalla idea che c’è il cash back perché in tal caso sarei davvero “poco oculata” per essere gentile e me lo dico da sola.

Chi invece preferisce il contante per tutta una serie di motivi (anche fiscali) farebbe bene a non far sapere i fatti propri, perché poi non ci si deve lamentare del fatto che “siamo controllati”.

Io ve lo dico!!!!!

Noi ci siamo!

Eugenia Acquafredda

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