In vista del Congresso di Torino

Il Congresso di Torino (16 – 18 Ottobre 2025) si sta avvicinando a grandi falcate, mentre si sta discutendo della riforma della Legge Professionale (obbrobrio, da qualcuno, definito necessario, nella “obbligatorietà” – sic! – di superare la legge professionale del ’33”), anche alla luce delle affermazioni del Ministro Nordio.

Per onestà intellettuale, dobbiamo ricordare che il Ministro ha parlato di preventiva necessità di inserire la figura dell’Avvocato in Costituzione, cosa che, a giudizio di molti, costituisce un tentativo di sviare l’attenzione generale da altre questioni e procrastinare nel tempo l’approvazione della riforma della Legge Professionale. E, sempre per onestà intellettuale, dobbiamo ricordare che, in occasione del Congresso di Bari (2012), furono evidenziate varie e notevoli criticità, con il Presidente Schifani (allora Presidente del Senato) impegnato a giurare che quella porcheria, no, non era fra le priorità del Parlamento (salvo, poi, il Parlamento approvare la legge il 30 dicembre 2012, in fretta e furia).
Oggi qualcuno dice di portare alla attenzione del Congresso la “riforma della riformata legge del 2012”, nascondendo però ai più il contenuto della stessa e i rischi (e le porcherie) insiti nella stessa.
Si tace, ad esempio, della volontà di superare il limite del doppio mandato della Legge Falanga (confermato a più riprese da Corte Costituzionale, Sezioni Unite della Cassazione e CNF), prevedendo il limite di tre mandati (di durata triennale). Lo “spirito di servizio” sopra ogni cosa, in pratica.
Non si parla di procedimenti disciplinari, di revisione dei regolamenti CNF, di revisione della formazione professionale (che, come prevista e disciplinata oggi, è a dir poco inutile), parlandosi invece di funzione, in materia formativa, lasciata a Coa, associazioni “maggiormente rappresentative” e associazioni specialistiche, mentre resterebbero fuori le associazioni numericamente e politicamente valide del territorio.
Il Congresso di Torino rischia di essere solo passerella e gita, mentre le elezioni dei delegati si stanno ponendo quale cartina di tornasole del consenso nei vari territori.
Cui prodest?
Chi vivrà, vedrà.
Nicola Zanni *
*Delegato uscente e Tesoriere di Futuro@Forense

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