Spinto dalla curiosità che la manifestazione “2^ Giornata della Avvocatura – La Avvocatura, ponte fra Istituzioni e Cittadini” stava suscitando, sono tornato (e giusto per qualche ora) dal paese dei balocchi e, ben nascosto fra i partecipanti alla giornata di incontri, mi sono goduto spettacolo e buffet di questa giornata. E ovviamente lo ho fatto alla faccia di quanti, critici a priori, hanno snobbato questa kermesse, da loro ritenuta una inutile passerella.
Ben mimetizzato tra i numerosi partecipanti (attratti dagli incontri in scaletta, dai crediti formativi assegnati agli Avvocati dal Consiglio dell’Ordine e perché no?, da una bella mangiata in compagnia) ho avuto modo di ascoltare i commenti degli astanti, rimanendo in rigoroso silenzio, per non farmi scoprire: in fondo, cosa può fare un asino, in mezzo a tanti Professionisti? I commenti erano positivi, per carità, visto che, sulla scia della prima giornata della Avvocatura (dello scorso anno), si è deciso di bissare l’evento.
E mi è tornato alla memoria un episodio. Tempo fa, un soggetto (di quelli che si iscrive ai circoli esclusivi per “far respirare aria migliore ai propri figli” – parole sue, lo giuro, venendo puntualmente scansato da tutti, vip in testa) ebbe a dire che la associazione organizzatrice era “autoreferenziale”, visto che parlavano sempre gli stessi e non si dava spazio a nessun altro.
Invitato più volte a proporre qualcosa (inutilmente, a dire il vero) il soggetto in questione si dimostrò più somaro dei somari, buono solo a scalciare. Evidentemente il somaro in questione si era perso qualche passaggio. Anche per questo motivo, ho fatto ritorno (momentaneo) dal paese dei balocchi: volevo fare capire a lui e ai somari come lui che, per essere somaro, devi essere portato. E che lui e i suoi simili sono solo destinati a tirare il carro che porta bambini al menzionato paese.
Purtroppo non l’ho incontrato (forse perché un somaro come lui può solo essere rintanato in un recinto a pascolare, in attesa di essere portato in macelleria, dove fa la fine che merita).
E, quindi, approfittando di questo spazio che gentilmente il Direttore mi mette a disposizione, gli lancio un appello: caro somaro, visto che ho trovato qualcuno più asino di me, propongo a te e ai tuoi “compari di ventura” di venire con me, perché forse potete imparare qualcosa. Orsù, dunque, affrettatevi a farvi trovare alla fermata del carro trainato dai ciuchi. Per voi zucchero filato e whisky in quantità, certo (come sono) che non vi accorgerete di quanto siete asini. Eppure, vi assicuro, lo siete.
Vostro
Lucignolo
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